Lajos Kassák

Fondò le riviste ''A Tett'' (L'azione, 1915), interdetta nel 1916 per la sua impostazione internazionalista e antimilitarista, e ''MA'' (Oggi, 1916), organo principale del movimento attivista. Dal 1920 al 1926 visse in esilio a Vienna e una volta rientrato in Ungheria proseguì la sua attività attraverso le riviste ''Dokumentum'' (1926-27) e ''Munka'' ("Lavoro", 1928-38) sostenendo le lotte del movimento operaio e l'avanguardia artistica. Dopo la guerra, sotto il governo filosovietico, la sua attività viene fortemente limitata. Una situazione che penalizza molti degli artisti della sua epoca, da László Moholy-Nagy ad Albert Nagy.
Scrisse poesie (''Mia madre, l'universo'', 1922; ''Terra mia, fiore mio'', 1935; ''Amore, amore'', 1962; ''Foglie di quercia'', 1965) e romanzi socialmente impegnati (''Vita di un uomo'', 1927-35; ''Dramma nel bosco'', 1943; ''Fratelli infelici'', 1953; ''La fine della strada'', 1963). da Wikipedia
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