Maksimilian Aleksandrovič Vološin
Sin dal 1910 fu attratto dai poeti simbolisti di cui divenne uno dei rappresentanti più significativi.Nei primi 20 anni del secolo ventesimo viaggiò molto: dalla Cina all'Egitto; in Europa occidentale, in Grecia e in Turchia, soffermandosi per alcuni anni a Parigi, dove si dedicò anche alla pittura, denotando chiare connotazioni impressionistiche.
Collaborò con varie riviste dell'epoca: ''Vesy'' e ''Zolotoe runo'' della madrepatria e ''Apollon'', europea. Il suo stile era alquanto originale per l'epoca e molto evocativo, pur innestato su motivi filosofici e storici del suo tempo. Presa dimestichezza con la lingua francese, tradusse in russo molte poesie e opere contemporanee.
Fra le sue raccolte di poesie spiccano ''Anno mundi ardentis'' del 1916 e ''I demoni sordomuti''. La rivista italiana ''Poesia russa del '900'', ha raccolto e tradotto molte sue poesie.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita nel villaggio di Koktebel', nella Crimea sud-orientale, dove trasse continua ispirazione dai paesaggi circostanti. da Wikipedia
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