Viktor Platonovič Nekrasov
Regista teatrale e architetto, dalla battaglia di Stalingrado, dove combatté in prima persona, trasse nel 1946 l'opera ''Le trincee di Stalingrado'', realistica e antiretorica.Nel 1954 con il romanzo ''Nella città natale'' si fece conoscere per un linguaggio narrativo molto simile a Cechov, Remarque e ad Hemingway. Scrisse anche romanzi e racconti di impegno letterario e civile, come ''Kira Georgievna'', del 1961, e vari libri dei suoi viaggi in Italia, in Francia e negli USA. Si batté per restituire la verità e la memoria a Babij Jar, luogo tragicamente noto per gli eccidi di massa avvenuti sin dal 29 settembre 1941, durante l'occupazione nazista.
A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta viaggiò fuori dall'URSS ed ebbe costanti contatti con molti intellettuali fra cui in particolare, in Italia, Carlo Levi, Vittorio Strada e Pier Paolo Pasolini. Il dialogo con l’Occidente, la denuncia dell’antisemitismo sovietico e le posizioni di dissenso gli costarono già nel 1963 gli attacchi diretti di Chruscev e lo costrinsero all’emigrazione nel 1974.
Trascorse gli ultimi anni di vita a Parigi, dove collaborò alla rivista Kontinent e a Radio Svoboda. da Wikipedia
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